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Dormire in ufficio: sogno o son desto

Dormire in ufficio: sogno o son desto

Dormire fa bene alla salute. Ci insegnano che otto ore sia il tempo ideale per recuperare tutte le forze durante la notte e investirle in produttività il giorno seguente. Un po’ per insonnia, un po’ per necessità, però, non sempre le otto ore notturne si traducono in energia utile per affrontare la giornata lavorativa. Tutti conosciamo poi il nemico della produttività: l’abbiocco post-pranzo. Non è fantascienza dire che la digestione porta alla sonnolenza e di conseguenza ad un calo della concentrazione. Possiamo riporre tutte le nostre speranze nei mille caffè della giornata ma niente può funzionare come un bel riposo a occhi chiusi prima di riprendere il lavoro.

Alcuni studi dimostrano che basterebbero 20 minuti di total relax ad occhi chiusi per incrementare la creatività del 40% e le proprie prestazioni del 30%, ovviamente il tutto migliorerebbe la concentrazione e l’apprendimento, per non parlare dell’umore e della salute mentale in generale. Questa tesi è stata portata avanti dai ricercatori della Michigan University i quali segnalano non solo che dormire sul lavoro aumenta la produttività ed è una efficace strategia per migliorare la tolleranza alla frustrazione ma anche una sorta di garanzia sul lavoro. Questo perché i dipendenti, dopo aver spento il cervello per qualche minuto, tendono ad essere proattivi e più inclini all’attenzione nel non effettuare errori che si riverserebbero sulla credibilità dell’azienda in questione.

In America, per esempio, sono state predisposte delle vere e proprie nap room dove ai dipendenti viene concessa la possibilità di schiacciare sonnellini durante le ore lavorative. In Italia questo rimane un sogno impossibile da realizzarsi ma, chissà, magari un giorno ci troveremo a lavoro, ad occhi chiusi, a goderci questa incredibile opportunità.